Quando all’interno di un tessuto alcune cellule iniziano a replicarsi in modo incontrollato si parla di neoplasia.

Questa in genere causa un rigonfiamento nella zona colpita, il tumore.
Sorprendentemente non sono solo l’uomo e gli altri animali ad esserne soggetti, ma anche le piante.
A differenza degli animali però, nelle piante i tumori spontanei sono poco frequenti.

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Nei vegetali la proliferazione cellulare è localizzata in particolari tessuti chiamati meristemi.
In questi si hanno delle cellule, dette appunto meristematiche, che sono paragonabili alle cellule staminali negli animali.
L’attività di questi tessuti è regolata da particolari fitormoni, ovvero sostanze che tengono sotto controllo la proliferazione cellulare; pertanto è necessario uno stretto equilibrio fra questi ormoni, come la citochinina e l’auxina, al fine di evitare delle crescite incontrollate di tessuto.
Oltre al fatto che i sistemi di controllo sono molto numerosi ed efficienti, bisogna anche considerare che le piante sono organismi modulari: ciò significa che le parti sane possono sopravvivere anche se un’altra parte della pianta è malata, a meno che la neoplasia non colpisca l’apparato radicale.

Normalmente la comparsa dei tumori non è letale nelle piante.
Alcuni agenti patogeni come virus e batteri possono però indurre forme tumorali letali nella pianta.
Tra tutti il più famoso è l’Agrobacterium tumefaciens, un batterio che infetta le radici penetrando attraverso delle microlesioni.
L’infezione è possibile grazie ad una particolare caratteristica di questo batterio ossia la presenza di una piccola molecola di DNA circolare chiamata plasmide Ti (Tumor inducing).
A questo punto il batterio trasferisce il suo DNA all’interno delle cellule vegetali e sfrutta quest’ultime per produrre enzimi e ormoni che facilitano la diffusione del batterio.

Al contempo il patogeno influisce sul ritmo di divisione cellulare inducendo la formazione di un’escrescenza tumorale nella pianta infettata.
L’interesse scientifico comunque resta incentrato sui tumori spontanei: studiando questi ultimi e cercando di identificare i meccanismi con cui le piante si difendono da essi, si potrebbe così far luce su alcuni aspetti tutt’oggi sconosciuti nel mondo animale.

Federica D.