Anche se spesso poco apprezzati, vuoi per ragioni estetiche, vuoi per il velo di mistero e leggenda che li avvolge, i pipistrelli sono animali molto importanti per l’uomo. Possono infatti essere utilizzati come bio-indicatori della salute di un ecosistema, pertanto è necessario proteggerli nell’ambito della tutela ambientale. La varietà e l’abbondanza delle specie forniscono un valido indice della qualità ambientale e può rivelare tendenze al cambiamento nel tempo e nello spazio.


Lo studio dei pipistrelli è però reso difficile dalla loro elusività e i metodi finora utilizzati hanno i loro limiti e inconvenienti. La cattura degli esemplari mediante trappole per esempio è spesso traumatica, a volte anche seriamente, e possono indurre i pipistrelli che vi incappano ad abbandonare l’area di osservazione: un risultato controproducente rispetto agli obiettivi all’origine del loro studio. L’individuazione degli esemplari mediante tecniche che rilevano i suoni emessi dai pipistrelli per orientarsi (suoni non udibili dall’orecchio umano) è una metodica non invasiva ma purtroppo non sempre efficace, perché alcune specie emettono segnali molto deboli oppure perché gli esemplari non possono essere identificate solo in base ai suoni emessi.
Una nuova tecnica di osservazione fotografica (quindi non invasiva) è stata messa a punto e recentemente presentata da due ricercatori, Jens Rydell e Danilo Russo. Questa metodica prevede l’iniziale individuazione di punti strategici, di sicuro passaggio di numerosi pipistrelli, come i luoghi di abbeverata o l’accesso delle tane. Si procede con l’installazione di una macchina fotografica azionata a distanza e di flash opportunamente posizionati.
Il metodo si è rivelato affidabile: ha fornito risultati molto simili, in termini di varietà di specie individuate, a quelli ottenuti negli stessi punti alcuni anni prima mediante la cattura con reti degli esemplari. Sono state identificate specie non individuabili acusticamente, si sono riconosciuti il sesso, lo stato di gravidanza o allattamento di alcuni individui, e alcuni esemplari che passavano ripetutamente sono stati riconosciuti grazie a segni caratteristici.
I flash non sembrano aver disturbato i pipistrelli, e l’installazione dell’apparato sperimentale viene operata senza disturbare gli animali. Si può comunque ridurre ulteriormente l’impatto usando strumenti a luce quasi infrarossa.
Il metodo si presta ad essere complementare all’individuazione acustica, riducendo al minimo la necessità di cattura.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoap.unina.it/doc/staff/danilo_russo/Rydell%20&%20Russo.pdf

64780_814369501953298_3287484663005613924_n
AP