Rosetta è una missione spaziale sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e lanciata nel 2004. L’obiettivo della missione è lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

Come la famosa Stele di Rosetta, che permise di decifrare la lingua dei geroglifici, così la sonda europea dovrebbe permetterci di decifrare i segreti che ancora avvolgono la nascita del nostro Sistema Solare. Le comete infatti sono tra i più antichi corpi celesti del nostro Sistema Solare e conservano i campioni, quasi inalterati, del materiale da cui si formarono il Sole e i pianeti 5 miliardi di anni fa. Per questo motivo possono essere considerati a tutti gli effetti, dei “fossili”.
Studiando la natura dei loro gas e delle loro polveri, Rosetta aiuterà gli scienziati a saperne di più sul ruolo delle comete nell’evoluzione del Sistema Solare e sulla eventuale presenza – nel loro nucleo – di molecole organiche complesse come quelle che costituiscono le forme di vita che conosciamo.

Rosetta è composta da due parti: orbiter e lander. La sonda “madre” porta con sé una sonda “figlia” denominata “Philae”, che ha il compito di eseguire le analisi delle proprietà chimico-fisiche e mineralogiche della cometa direttamente sulla sua superficie.

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Durante i suoi 10 anni di viaggio la sonda Rosetta ha continuato a orbitare intorno al Sole a distanze sempre maggiori, sfruttando l’effetto della “fionda gravitazionale” ovvero orbitando una volta attorno a Marte e ben tre volte attorno alla Terra per acquisire la giusta accelerazione. Inoltre ha avuto incontri ravvicinati (fly-by) con gli asteroidi Steins nel 2008 e Lutetia nel 2010, prima di proseguire il suo viaggio nello spazio profondo in stato di ibernazione.

Il suo risveglio era stato programmato ed è avvenuto autonomamente il 20 Gennaio 2014, quando si trovava a una distanza di circa 800 milioni di km dalla Terra poco meno della distanza tra la terra e Giove, ed è arrivata ad appena 100 km di distanza dalla cometa l’8 Agosto, dando inizio alle manovre che le hanno permesso di entrare in orbita intorno ad essa.

Durante questa prima fase, detta “di mappatura”, Rosetta ha compiuto diversi voli radenti sulla cometa 67P, seguendo un’orbita triangolare, scattando diverse foto allo scopo di caratterizzarne la forma del nucleo (e stimarne massa e gravità) ed eseguendo, nel mentre, le prime analisi della sua “atmosfera” fatta di gas e polveri. La cometa si è rivelata sin da subito essere molto diversa da come ci si era aspettato dalle osservazioni effettuate a Terra, soprattutto per la forma peculiare del suo nucleo, cha assomiglia a una gigantesca arachide.

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Una volta individuato il luogo migliore per un atterraggio, il lander Philae si è staccato dalla sonda madre ed è atterrato sulla cometa l’11 novembre dopo 7 ore di volo in caduta libera. Durante l’operazione di aggancio, un piccolo motore a gas compresso posizionato sulla testa della sonda avrebbe dovuto spingerla verso il corpo celeste, mantenendola in posizione e impedendo eventuali rimbalzi, ma un malfunzionamento del motore ne ha reso impossibile l’utilizzo.

Questo ha impedito anche il lancio dei due arpioni che avrebbero dovuto garantire l’attracco alla cometa pertanto Philae ora è precariamente agganciato grazie alle tre “trivelle da ghiaccio” posizionate sui piedini. Purtroppo questa è stata solo la prima disavventura del piccolo lander: a causa dell’atterraggio difficoltoso la sonda ha rimbalzato un paio di volte sulla superficie si è trovata in una posizione che garantiva solo 90 minuti di luce, contro le 12 ore necessarie a fornirle ulteriore autonomia tramite i pannelli solari.

Dopo circa 160 minuti di attività la batteria primaria si è esaurita e Philae è stato messo in ibernazione, con la speranza che, con l’avvicinarsi della cometa al Sole, possa nuovamente svegliarsi, anche se vi è il rischio che venga spazzato via dalle turbolenze generate dall’enorme coda della cometa.

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Nonostante gli imprevisti, in questo breve lasso di tempo, Philae ha già portato a termine la parte principale della missione: è riuscito a trivellare la superficie a 25 cm di profondità, analizzare il campione e inviare i dati alla sonda madre, ancora in orbita intorno alla cometa, che li ha poi trasmessi alla terra.

Uno dei suoi strumenti di bordo, COSAC (COmetary SAmpling and Composition) aveva il preciso compito di individuare le molecole organiche (gli aminoacidi), mentre un secondo , PTOLEMY, si occupava della ricerca degli atomi di base che costituiscono le molecole dell’acqua (soprattutto isotopi dell’idrogeno). Grazie ai dati raccolti il 18 Novembre è stata confermata la presenza di molecole organiche sulla cometa, proprio quelle molecole che sono fondamentali allo sviluppo della vita sulla Terra.

Questo costituisce già di per sé un enorme successo: è la prima volta nella storia che una sonda riesce a raggiungere e toccare una cometa, che a livello pratico è come cercare di colpire una Ferrari in corsa con una piuma, e a portare a termine simili rilevamenti. Nonostante le difficoltà è stato fatto un importante passo avanti nella comprensione delle nostre vere origini.


Per saperne di più:
https://www.youtube.com/watch?v=mrXhxhHyRFM cartone animato di rosetta
https://www.youtube.com/watch?v=VskOIV-YuVQ lo sbarco del lander
http://sci.esa.int/where_is_rosetta dov’è rosetta?