Si tratta di un disturbo gastrointestinale dovuto a tossinfezione alimentare. Si manifesta con un’aumentata frequenza dei movimenti intestinali che portano a tre o più evacuazioni di feci poco formate al giorno, in genere durante un viaggio all’estero, spesso in un paese in via di sviluppo.

Quali sono gli agenti eziologici?

In più della metà dei casi non si indaga sulla causa perché i sintomi scompaiono prima del ritorno a casa. Quando invece l’agente eziologico viene cercato, si trovano quasi sempre questi batteri:

  • Escherichia coli enterotossica è il più comune batterio responsabile della diarrea del viaggiatore la cui infezione si presenta con crampi addominali, quasi mai febbrili.
  • Frequente è anche l’Escherichia coli enteroaggregante.
  • Il Campilobacter jejuni si manifesta con diarrea acquosa e sanguinolenta, crampi addominali e febbre.
  • Le Salmonelle sono responsabili di diarrea acuta, febbre, vomito e crampi addominali.
  • La Shigella si presenta con diarrea acuta, crampi addominali, feci ematiche, tenesmo e febbre.

In casi minori, possono anche essere coinvolti virus, come i norovirus e rotavirus, e protozoi come la Giardia lamblia. Altri parassiti che causano diarrea sono Cryptosporidium spp, Entamoeba histolytica e Cyclospora catayensis.

Geografia:

I Paesi più a rischio sono quelli del sud e del sud-est asiatico, dell’Africa settentrionale, orientale e occidentale, del Sud America e dell’America centrale. A rischio intermedio sono considerati Sud Africa, Caraibi, Russia e Cina.


Mappa delle aree maggiormente a rischio per la diarrea del viaggiatore

Quali soggetti rischiano maggiormente questo disturbo?

I bambini al di sotto dei 6 anni, gli immunodepressi, le persone affette da malattie infiammatorie intestinali o diabete, coloro che assumono H2 bloccanti o antiacidi. Inoltre alcune situazioni espongono maggiormente al rischio, come il campeggio o la crociera, dove sono frequenti epidemie di gastroenteriti virali e batteriche. C’è poi anche una predisposizione genetica: i soggetti con gruppo sanguigno 0 sono più esposti alla shigellosi e alle forme gravi di colera.

Come si può prevenire?

Si suggerisce di seguire le seguenti indicazioni:

1- evitare cibi da venditori che non garantiscono norme igieniche;

2- consumare acqua e bibite in bottiglie sigillate all’acquisto ed evitare l’aggiunta di ghiaccio;

3- non mangiare carni o pesci crudi o poco cotti;

4- evitare di mangiare verdura cruda e frutta senza averla sbucciata.

5- sempre consigliata una energica lavata di mani con acqua e sapone per ridurre il rischio di infezione.

Profilassi:

Nei soggetti in buona salute la somministrazione di antibiotici in via profilattica non solo non è raccomandata, ma espone al rischio di sviluppare infezioni da Candida o diarrea da Clostridium difficile. Nel caso di soggetti con compromissione delle difese immunitarie o con altre patologie, la profilassi antibiotica va valutata con il medico curante.

Trattamento:

Solitamente il problema si risolve senza trattamenti specifici, tuttavia reidratazioni orali sono spesso utili per ripristinare i liquidi persi. Nelle forme lievi (1-2 scariche di feci diarroiche nelle 24 ore) gli esperti del BMJ consigliano di assumere loperamide.

I viaggiatori che sperimentano tre o più episodi di diarrea in un periodo di 8 ore, specialmente se associato a nausea, vomito, crampi addominali, febbre o sangue nelle feci, possono trovare beneficio da una terapia antimicrobica. Va in ogni caso consultato un medico.

Buon viaggio a chi può!

Fonte:

https://www.epicentro.iss.it/tossinfezioni/diarreahttps://doi.org/10.1136/bmj.i1937