Prodotta per la prima volta, in grande quantità, la versione sintetica transgenica di uno degli enzimi bersaglio per un possibile futuro farmaco anticoncezionale maschile. La scoperta faciliterà enormemente i test in vitro per individuare le molecole più promettenti per questo scopo.

Spermatozoi in gabbia

Tra i vari metodi contraccettivi quelli che possono essere messi in atto dall’uomo si limitano alla vasectomia chirurgica, invasiva e pressoché definitiva; o a quella immunologica, reversibile, ma in tempi non controllabili. Le case farmaceutiche inseguono da anni con risultati deludenti l’idea di un anticoncezionale maschile orale che sia efficace sulla stragrande maggioranza dei soggetti trattati, attivo dopo poche assunzioni, privo di effetti collaterali pesanti anche in seguito a periodi di assunzione di anni e soprattutto in grado di riportare chi lo assume al precedente stato di fertilità quando viene interrotta l’assunzione. Un farmaco con queste caratteristiche avrebbe infatti un vasto mercato, a patto di superare le eventuali resistenze culturali da parte degli utilizzatori. Ma finora l’obiettivo è stato frustrato dall’impossibilità di regolare la riproduzione maschile su base ormonale come è avvenuto con quella femminile con la pillola anticoncezionale.

In alcuni loro precedenti lavori, ricercatori dell’Università della Virginia avevano individuato nell’enzima chiamato TSSK2 un possibile candidato per un farmaco anticoncezionale maschile.

TSSK2 è un enzima del gruppo delle chinasi, proteine che “accendono” o “spengono” altre proteine attaccando loro dei gruppi fosfato. In particolare, Il compito di TSSK2 è attivare due proteine necessarie agli spermatozoi durante la maturazione per dare origine alla loro coda. Versioni mutate del gene per questo enzima sono già state individuate in uomini infertili a causa di spermatozoi poco mobili; mentre suoi inibitori chimici, per ora troppo poco specifici per pensare a un uso medico, sono in grado di interferire con la maturazione degli spermatozoi in vitro.

In più, gli studi del gruppo di ricerca hanno dimostrato che l’enzima viene prodotto nel corpo solo nelle cellule riproduttive in maturazione; rendendo improbabili effetti collaterali seri per un farmaco in grado di inibirlo in modo specifico.

Ora alcuni dei membri del gruppo di ricerca guidati da Jagathpala Shetty hanno pubblicato sulla rivista Protein Expression and Purification una procedura che consente di produrre e purificare in grande quantità, tramite organismi transgenici, versione artificiali e solubili di TSSK2 e delle sue proteine bersaglio. Questo progresso è estremamente importante perché facilita molto l’utilizzo di procedure di analisi altamente automatizzate per individuare i candidati più promettenti tra i possibili farmaci inibitori, consentendo anche di approfondire la conoscenza teorica dell’interazione tra l’enzima e il suo substrato. Dopo tante false partenze potrebbe essere la volta buona per l’anticoncezionale maschile. Agli uomini la responsabilità di impegnarsi per la loro parte insieme alle loro partner. [DP]

BIBLIOGRAFIA

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